Chi è vittima di tassi interesse usurari a volte nemmeno se ne accorge. Fino a quando i conti non tornano più.
Banche e agenzie di credito – nell’immaginario comune – sono una garanzia di serietà e trasparenza per chi ha bisogno di un prestito di denaro.
E non solo: cose come i tassi di interesse usurari non vengono nemmeno prese in considerazione, quando il credito arriva da una istituzione bancaria.
In altre parole, chi si affida agli istituti di credito ufficiali pensa di essere al sicuro dalla usurarietà dei prestiti. Purtroppo però la realtà è ben diversa.
I casi di tassi usura applicati all’insaputa dei consumatori sono infatti numerosissimi. Per di più, il problema degli interessi usurari può riguardare tutte le tipologie di prodotti finanziari: prestiti personali, cessioni del quinto, mutui, linee di credito.
Insomma, nessuno è davvero al riparo.
Per questo motivo è fondamentale conoscere il problema; capire insomma quando si può parlare di interessi usurari, qual è la loro definizione, come capire se un prestito è usurario e – soprattutto – come difendersi per non rischiare l’insolvenza.
Vediamolo quindi insieme, punto per punto.
Leggi qui sotto.
Interessi usurari, quali sono?
Gli interessi usurari sono i tassi di interesse che hanno superato la soglia consentita dalla legge. Il meccanismo di prestiti e finanziamenti erogati dalle banche prevede infatti l’applicazione di tassi di interesse, che rappresentano il costo di un prestito.
Questi costi devono però essere sostenibili per chiunque acceda al credito. Vale a dire che, sul lungo periodo, la restituzione del prestito deve comunque rimanere facile da gestire.
Il termine usura del resto ha una definizione ben precisa. Si parla in genere di usura nell’ambito di prestiti di denaro illegali, che avvengono in genere tra persone fisiche e senza nessuna tutela dei debitori.
Ma il suo campo di applicazione si estende anche ai prestiti legali – ovvero quelli che arrivano da banche e agenzie di credito – perché è facile che si verifichino casi di eccessiva speculazione.
Casi in cui il costo di un prestito non è più regolato dalla logica di domanda e offerta ma aumenta senza controllo, trascinando i consumatori in un indebitamento di difficile soluzione.
È chiaro, i tassi di interesse usurari applicati dalle banche non sono paragonabili alle forme di usura criminale vera e propria.
Ciò nonostante, pochi punti percentuale in più rispetto a quanto consentito dalla legge possono avere conseguenze di grande impatto per le tasche dei risparmiatori.
Per questo motivo è importante tenersi sempre in allerta.
Come si determinano i tassi di interesse usurari?
Entriamo qui nel vivo della questione. Adesso che sappiamo quali sono i tassi interesse usurari, cerchiamo di capire come si calcolano e da cosa sono determinati.
Il punto di partenza – come già dicevamo – è il calcolo del tasso soglia, ovvero il limite invalicabile al di sopra del quale gli interessi diventano illegali.
Il tasso soglia si calcola a partire dai tassi effettivi globali medi (TEGM), che rappresentano la media dei tassi di interesse imposti sul mercato globale. I TEGM vengono individuati dalla Banca d’Italia su base trimestrale, e il loro valore tende a rimanere costante nel lungo periodo, seppur con qualche varia oscillazione momentanea.
I tassi effettivi globali medi sono quindi il punto di partenza. Basta infatti moltiplicarli per 1,5 per individuare il valore del tasso soglia per quel trimestre. Si tratta, tra l’altro, di un’operazione che rientra tra i compiti di vigilanza della stessa Banca d’Italia.
Come si determinano allora i tassi di interesse usurari? Confrontando il loro valore percentuale con quello del tasso soglia. Se i tassi di interesse applicati al tuo prestito superano il tasso soglia, è certo che si tratti di tassi usurari.
Quando un contratto di prestito presenta interessi usurari?
Capire se un contratto di prestito presenta interessi usurari è più difficile di quello che sembra.
Bisogna infatti sottolineare una cosa: essendo illegali, i tassi usura dei prestiti non vengono mai indicati esplicitamente, né nel contratto né tantomeno in fase promozionale.
Questo vuol dire che il tuo prestito potrebbe essere all’apparenza legale, ma nascondere nel contratto cavilli e scorrettezze che aumentano il valore dei tassi senza che tu te ne accorga.
In altre parole, a volte ci troviamo di fronte a prestiti usurari che non lo sembrano. Succede per esempio quando commissioni e spese extra si aggiungono agli interessi già indicati, senza che tu lo sappia. Così tu credi che siano inclusi, e ti ritrovi invece a pagare più di quanto ti aspetti.
Un prestito che non esplicita nel contratto tutti i suoi costi – sia upfront che recurring – potrebbe presentare quindi interessi usurari da cui devi proteggerti.
E non solo, perché lo stesso discorso si applica agli interessi moratori, ovvero le maggiorazioni applicate in caso di ritardo nel pagamento della rata. Gli interessi moratori devono comunque rimanere sotto il tasso soglia, altrimenti si traducono automaticamente in interessi usurari.
Altro caso in cui si applicano interessi usurari è l’anatocismo bancario, pratica illegale che prevede una capitalizzazione degli interessi. In situazioni simili, la conseguenza più grande è proprio il superamento del tasso soglia usura.
È chiaro quindi che individuare dei tassi usura non è cosa facile. Per riuscirci serve un’indagine approfondita sulla documentazione bancaria, condotta ovviamente da professionisti esperti del settore.
Cosa succede quando si rileva un tasso usurario?
La normativa italiana si esprime chiaramente sulla questione dei tassi di interesse. All’art. 1815 del Codice Civile possiamo leggere infatti: «Se sono convenuti interessi usurari la clausola è nulla e non sono dovuti interessi».
Ma non è l’unico aspetto interessante. La legge infatti tutela sempre i consumatori in difficoltà, e li agevola laddove possibile. Cosa vuol dire?
Vuol dire che, oltre all’annullamento della clausola, se il tuo prestito è usurario hai anche diretto al ricalcolo degli interessi al tasso BOT, nonché a un relativo rimborso degli interessi illegali che hai versato fino a questo momento.
Parliamo di una situazione che interessa almeno tre prestiti su quattro, il che vuol dire che anche il tuo contratto bancario potrebbe nascondere irregolarità di questo tipo.
L’unico modo per scoprirlo però è chiedere l’aiuto di figure esperte. Come quelle di ADifesa.
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ADifesa è un’associazione che da anni lavora con determinazione per garantire a consumatori e debitori la giustizia che meritano.
I casi di prestiti irregolari sono oggi, in Italia, fin troppo numerosi, e lo dimostrano le testimonianze dei nostri associati e di chi ha ricevuto almeno una volta la nostra assistenza.
Per questo abbiamo creato una squadra di esperti nel settore: ex bancari, avvocati specializzati in diritto del consumatore, fiscalisti, etc. Una squadra che con metodo e precisione è in grado di scovare ogni irregolarità presente – ma quasi invisibile – sui contratti bancari.
Se hai sottoscritto un prestito personale nel periodo tra il 2009 al 2016, se hai ottenuto una carta revolving tra il 2000 e il 2016, oppure se hai usufruito di una cessione del quinto dal 2012 in poi, il nostro aiuto potrebbe esserti utile.
Tutto quello che ti serve per scoprire se hai diritto a un ricalcolo e un recupero interessi è la documentazione bancaria: contratto di prestito, eventuale polizza assicurativa e – in certi casi – anche il conteggio estintivo.
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