In questa guida per consumatori scopri tutto quello che devi sapere riguardo i tassi di interesse sui prestiti. Persino come difenderti dalle irregolarità.
Quando si parla di prestiti, una cosa è certa: i tassi di interesse hanno un impatto da non sottovalutare. Vale a dire: possono fare la differenza tra un prestito gestibile e uno capace di farti venire il mal di testa ogni mese.
Facciamo un esempio, per quanto banale.
Tu hai sottoscritto un prestito personale di 10mila euro. Il tuo dirimpettaio ha fatto lo stesso. Il tuo prestito, però, ha un tasso di interesse al 12%. Il prestito del tuo dirimpettaio, invece, solo dell’8%. Una differenza minima (solo 4 punti percentuale) cambia completamente l’impatto del prestito sul vostro rispettivo reddito.
Tu, infatti, pagherai ogni anno 1200 euro di interessi. Il tuo dirimpettaio 800 euro. Ti sembra poco? Moltiplica queste cifre per gli anni complessivi del piano di ammortamento. Ti accorgerai che è molto più di una differenza minima, e che il totale degli interessi può incidere anche pesantemente sulla tua serenità finanziaria.
Per questo è fondamentale conoscere bene il meccanismo degli interessi passivi. Perché così puoi prepararti bene, e difenderti meglio. E imparare a gestire i tuoi debiti senza farti togliere il respiro.
Leggi questa piccola guida sui tassi di interesse applicati ai prestiti per capirci di più.
Non tutti i tassi di interesse sono uguali
È possibile che esistano prestiti con tassi di interesse così tanto diversi? La risposta è sì, succede. E i motivi possono essere tanti: può essere colpa del tuo punteggio creditizio, della tipologia di prestito, delle condizioni attuali del mercato, etc.
Questo sistema, però, ha un lato positivo. Ovvero: se sai come fare, puoi riuscire a risparmiare sugli interessi passivi e goderti il tuo prestito senza troppi pensieri. Il trucco è non limitarsi al primo prestito offerto.
Ogni volta che chiedi un prestito in banca, devi fare attenzione alla loro offerta. E negoziare se è il caso, confrontare i tassi e capire bene cosa comportano quei numeri.
Mutuo o prestito personale?
La prima cosa da fare, in questo caso, è distinguere tra le varie tipologie di prestito. O meglio, capire in che modo queste differenze incidono sui tassi di interesse.
Un mutuo ipotecario, per esempio, è una tipologia di prestito con due caratteristiche fondamentali:
1) è garantito da un immobile
2) è un prestito a lungo termine
I tassi di interesse per i mutui sono perciò di gran lunga più bassi rispetto ai prestiti personali, almeno su base annuale. Questo perché la durata del mutuo (che va in genere dai 20 ai 30 anni) è tale da farti pagare interessi passivi per molto più tempo.
Senza contare che la garanzia dell’immobile riduce di molto il rischio di credito delle banche, che quindi possono permettersi di concedere prestiti a tassi ridotti.
D’altro canto, un prestito personale viene concesso anche senza garanzia alcuna, e di solito ha una durata più breve. Questo significa che i tassi di interesse saranno più alto, ma negli anni pagherai comunque meno interessi rispetto a un mutuo. Inoltre i prestiti personali (e, in generale, il credito al consumo) sono molto rischiosi per le banche. Questo aumenta di molto il valore totale degli interessi.
In linea di massima, dovresti tenere a mente questo: più un prestito è rischioso per le banche, più interessi ti ritroverai a pagare. Ecco perché, tra le tipologie di credito al consumo, la cessione del quinto è solitamente la più conveniente: il meccanismo di detrazione dallo stipendio fornisce alla banca le garanzie di cui ha bisogno.
Tasso fisso o tasso variabile?
Un altro aspetto da valutare riguarda la differenza tra tasso fisso e tasso variabile. La scelta tra tasso fisso e variabile incide sul valore totale degli interessi.
Con un tasso fisso, sai esattamente quanto pagherai ogni mese e per tutta la durata del prestito. In sintesi, la tua rata mensile è prevedibile e senza sorprese: questo ti offre un certo livello di stabilità e facilita la pianificazione del tuo budget. Tuttavia, specie nei primi anni del piano di ammortamento, i tassi fissi possono essere significativamente più alti rispetto ai tassi variabili.
Il tasso variabile, invece, è un’alternativa allettante perché – in fase iniziale – è spesso più basso. Si tratta però di un vantaggio relativo: essendo variabile, questa tipologia di tasso può cambiare nel tempo (come è successo di recente dopo le decisioni della BCE). Questo significa che la tua rata mensile potrebbe aumentare anche di molto e in modo del tutto in aspettato. Se i tassi di interesse di mercato salgono, salirà anche il tuo tasso variabile. E può essere un grosso rischio, soprattutto se hai un budget limitato.
Quindi, qual è la scelta giusta per te?
Dipende da molti fattori – es. la tua tolleranza al rischio, la tua situazione finanziaria. Se preferisci la sicurezza e la prevedibilità, un tasso fisso è probabilmente la scelta migliore. Se invece ti senti a tuo agio con un po’ di incertezza e vuoi iniziare con rate più basse, potresti considerare un tasso variabile.
In ogni caso, non prendere questa decisione alla leggera. La cosa migliore è analizzare bene le tue finanze e considerare i tuoi obiettivi a lungo termine.
Come funzionano i tassi di interesse sui prestiti?
Capire come funzionano i tassi di interesse sui prestiti potrà forse sembrarti complicato, ma è un passaggio essenziale se vuoi affrontare questo percorso con consapevolezza.
La prima cosa che devi sapere è questa: quando ricevi un prestito, l’istituto di credito ti addebita un costo per l’utilizzo di quel denaro: questo costo del denaro è definito interesse passivo. I tassi di interesse sui prestiti rappresentano quindi il valore percentuale degli interessi passivi, calcolati su base annua.
Vediamo ora, nel dettaglio, quali fattori determinano il tasso di interesse finale applicato ai prestiti.
Euribor e IRS
Due termini di cui avrai sentito parlare sono Euribor e IRS. L’Euribor (Euro Interbank Offered Rate) è il tasso di interesse medio al quale le principali banche europee si concedono prestiti a breve termine. È quindi un tasso di interscambio bancario. L’Euribor influenza direttamente i prestiti a tasso variabile: se l’Euribor sale, il tuo tasso di interesse variabile aumenta, il che farà crescere la tua rata mensile.
L’IRS (Interest Rate Swap), detto anche Eurirs, è invece utilizzato per i prestiti a tasso fisso. È un indicatore del costo del denaro a lungo termine. Funziona così: le banche si scambiano denaro su diverse scadenze (da 1 a 50 anni) attraverso contratti swap; la media di questi scambi determina il tasso IRS per ogni scadenza. Quando stipuli un mutuo a tasso fisso, il tasso che ti viene offerto è legato al valore del tasso IRS.
Lo spread bancario
Oltre a Euribor e IRS, c’è un altro elemento importante da considerare: lo spread bancario. Lo spread bancario rappresenta il margine di profitto della banca, o meglio: il guadagno che la banca ottiene sul denaro che ti ha prestato. In sintesi, si tratta di un valore percentuale che viene aggiunto al tasso di riferimento (Euribor o IRS che sia) e che determina il tasso finale del tuo prestito.
Per esempio, se l’Euribor è al 3% e lo spread bancario è al 2%, il tasso finale sarà del 5%. È sempre bene informarsi sul “ricarico” della banca sul tuo prestito: ti aiuterà a decidere quale istituto di credito è più conveniente rispetto alle tue esigenze specifiche.
TEGM, o tasso effettivo globale medio
Il TEGM, o tasso effettivo globale medio, rappresenta la media dei tassi di interesse applicati dalle banche e dagli intermediari finanziari su precise categorie di operazioni di credito.
Pubblicato periodicamente da Banca d’Italia, il TEGM è utile per capire se il tasso di interesse che ti è stato offerto è competitivo o troppo alto. Non a caso, il TEGM è la base di partenza per il calcolo del tasso soglia usura.
Conoscere i valori attuali del TEGM ti dà quindi un vantaggio in più, perché ti aiuta a evitare offerte svantaggiose.
TAEG, TAN
Quando sottoscrivi un prestito, due termini chiave che incontri spesso sono TAEG e TAN. Ma di cosa si tratta? Il TAN, o tasso annuo nominale, è il tasso di interesse puro del prestito, espresso in percentuale su base annua. Si definisce “puro” perché non include i costi accessori (es. spese di istruttoria o polizze obbligatorie).
Il TAEG, o tasso annuo effettivo globale, include invece tutte le spese accessorie, e perciò ti indica il costo reale del prestito. Per fare un esempio, se il tuo prestito ha un TAN del 5% e un TAEG del 7%, significa che ci sono costi aggiuntivi da considerare.
Per avere un quadro completo, quindi, è bene confrontare il TAEG di diverse offerte: solo così potrai scegliere l’opzione più conveniente per le tue necessità.
Come viene calcolato il tasso di interesse sui prestiti
Come avrai intuito a questo punto, il tasso di interesse sui prestiti viene calcolato combinando diversi fattori – esterni e interni.
La politica monetaria della BCE gioca per esempio un ruolo cruciale, perché influenza i tassi di riferimento attraverso le sue decisioni sui tassi di interesse di base. Altri fattori esterni includono:
- l’inflazione, che erode il potere d’acquisto del denaro
- le condizioni generali del mercato finanziario
- il rischio di credito della banca, che riflette la probabilità di insolvenza
Di base, però, i tassi di interesse sui prestiti vengono calcolati seguendo un meccanismo preciso: si prende il tasso di riferimento attuale e a questo si aggiunge lo spread bancario. Il risultato corrisponderà al TAN, a cui vanno poi sommati i costi extra del prestito. Il TAEG sarà quindi il costo finale del tuo prestito.
Tassi di interesse sul prestito troppo alti? Fai attenzione
Hai il sospetto che i tassi di interesse del tuo prestito siano eccessivi? Non sei l’unico a nutrire questo dubbio. Sono molti i casi di persone che si ritrovano a pagare cifre sproporzionate, spesso per colpa di clausole contrattuali poco trasparenti o addirittura irregolarità.
Non farti intimidire! Prima di rassegnarti, è fondamentale intraprendere un’azione di tutela dei propri diritti.
Ecco cosa puoi fare:
- fai valutare il tuo contratto, meglio se da occhi esperti
- confronta i tassi con quelli offerti da altre banche
- valuta una rinegoziazione per risparmiare sui costi
- prova a recuperare gli interessi in eccesso
Nei casi più gravi, quelli in cui ci sono anomalie accertate o (peggio!) tassi di interesse usurari, potresti avere diritto al rimborso degli interessi pagati in eccesso. In questo scenario, è importante rivolgersi a un professionista legale o a un’associazione consumatori specializzata in materia, così che possa aiutarti a recuperare i soldi che hai pagato ingiustamente.
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Siamo infatti specializzati nell’analisi dei contratti di prestito, dal mutuo al prestito personale, passando per la cessione del quinto e le carte revolving. E abbiamo sviluppato un metodo preciso: analizziamo la documentazione, facciamo una perizia approfondita, contattiamo la banca e procediamo con il ricorso (giudiziale o stragiudiziale, a seconda dei casi). Con il nostro supporto puoi ottenere rimborsi cospicui, fino a diverse migliaia di euro.
Non aver paura di chiedere aiuto. Se hai il sospetto di pagare tassi di interesse troppo alti sul tuo prestito, contatta ADifesa tramite il form qui sotto e scopri come proteggere la tua serenità finanziaria.
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