Il tuo prestito personale è stato rifiutato? Ecco le cause dietro la decisione della banca.
E due possibili soluzioni proposte da ADifesa.
Qualunque sia la banca o l’ente a cui ti sei rivolto, la procedura è più o meno la stessa.
Inoltri la richiesta di prestito – online o con un consulente –, poi aspetti che dall’altra parte qualcuno faccia una verifica sul tuo conto, per accertarsi che tutto vada bene.
Questa volta però niente è andato bene: il tuo prestito personale è stato rifiutato. Quindi addio soldi e addio progetti che speravi di realizzare.
Una situazione spiacevole che porta a conseguenze spiacevoli, e non solo per via della liquidità negata ma anche perché un prestito rifiutato si traduce il più delle volte in una segnalazione in Centrale Rischi.
Come difendersi, allora? E come risolvere?
In questo articolo, ADifesa vuole spiegarti la verità sui prestiti rifiutati, i motivi che portano le banche a questa decisione e il modo più facile per risolvere il problema.
Prestito personale rifiutato: le cause possibili
Il sistema dei prestiti e dei finanziamenti si basa su un equilibrio (quasi) perfetto. Le banche che prestano denaro ai risparmiatori, infatti, sopravvivono per due motivi: il tasso di interesse applicato al prestito grazie al quale la banca guadagna; la certezza di ricevere indietro i soldi che ha prestato.
Possiamo spiegarla, in parole povere, così: se nessuno restituisse i prestiti, non ci sarebbero più prestiti su cui contare.
È chiaro dunque che per le banche è fondamentale avere criteri di selezione rigidi – molto rigidi – per poter essere sicuri che il prestito concesso sia finito in buone mani.
Questi criteri di selezione però finiscono inevitabilmente per escludere anche chi un finanziamento sarebbe in grado di gestirlo adeguatamente. Sono infatti quattro i motivi per cui una banca non concede un prestito, e nessuno di questi si può tradurre in un giudizio di valore su chi chiede il prestito. Certo comunque parliamo di situazioni al limite che le banche preferiscono evitare.
Le possibile cause dietro un prestito rifiutato possono essere quindi queste elencate qui sotto.
1. Non hai abbastanza reddito
La situazione reddituale è la prima cosa che la banca vuole sapere quando fai richiesta di prestito. Ovvero: a quanto ammonta il tuo patrimonio? Quanta disponibilità hai?
In genere quindi ti viene richiesta l’ultima busta paga, se sei un lavoratore dipendente, oppure l’ultima dichiarazione dei redditi se sei un lavoratore autonomo.
È da questi documenti che la banca – o l’agenzia di credito – desume la tua situazione reddituale, e non solo. Perché la verifica che viene fatta sul tuo conto va ben oltre e sono molti i fattori presi in considerazione per capire, in un ultima analisi, se hai abbastanza reddito per poter garantire il rimborso totale.
Un prestito viene rifiutato, il più delle volte, proprio per questo reddito non c’è.
2. Non puoi sostenere il rimborso
Il problema dell’insostenibilità della rata è legato a quello che abbiamo scritto poco sopra. Esistono casi però in cui, sebbene la situazione reddituale sia effettivamente bassa, chi chiede il prestito può contare su una busta paga cospicua e sulla garanzia di un contratto a tempo indeterminato.
Per fare un esempio, se sei un lavoratore dipendente appena assunto a tempo indeterminato potresti non avere un reddito altissimo, ma la stabilità del tuo posto di lavoro garantisce alle banche che – anche fra otto-dieci anni – sarai in grado di pagare la tua rata mensile. Quando questa sicurezza manca il prestito non viene concesso.
Ma non solo: se hai diversi prestiti in corso, rischi di incorrere in un problema di sovraindebitamento da cui è difficile uscire, anche quando il tuo reddito è alto. Le banche evitano sempre queste situazioni spinose, specie perché chi è sovraindebitato difficilmente riuscirà a gestire i rimborsi se non indebitandosi ulteriormente. Anche per questo motivo la richiesta di finanziamento viene negata a chi ha già più di un prestito in corso.
3. Non hai un garante affidabile
In fase di richiesta di un prestito, alcune banche chiedono la firma di un garante. Parliamo di un soggetto che, in accordo con chi ha bisogno del finanziamento, mette a disposizione il suo reddito per coprire il debito nel caso remoto in cui ce ne fosse bisogno.
Se sei giovane e hai un lavoro precario, per esempio, potresti comunque chiedere l’apertura di un mutuo proponendo uno dei tuoi genitori come garante. In questo modo daresti alle banche la sicurezza del rimborso facendo leva sulla situazione economica solida dei tuoi genitori.
È ovvio però che il procedimento di verifica che viene svolto sul tuo conto, interesserà anche chi si è proposto come garante. Banche e agenzie di credito hanno bisogno di sapere se il tuo garante ha un reddito certo e cospicuo, e se possono contare sulla sua affidabilità creditizia.
In caso contrario, il prestito personale richiesto ti verrà negato.
4. Non godi di una buona reputazione
Il merito creditizio si può definire come la tua reputazione in qualità di debitore. In altre parole, non la tua reputazione personale ma quella di soggetto che ha chiesto prestiti in passato e che ha saputo (o meno) gestirli.
Sei un debitore affidabile? Paghi le tue rate con puntualità? Hai sempre rimborsato tutti i tuoi debiti?
Quando chiesti un prestito, ogni tua azione (dal più piccolo ritardo alla forma più grave d’insolvenza) viene registrata all’interno delle Centrali Rischi, ovvero organi di controllo che raccolgono nelle loro banche dati informazioni relative alla gestione del debito da parte di ogni singolo risparmiatore.
Banche e agenzie di credito consultano sempre le Centrali Rischi prima di decidere se è il caso di concedere un prestito. Perché è proprio per questo motivo che sono nate: per garantire che il meccanismo dei prestiti e dei finanziamenti proceda senza intoppi.
Sai cos’è una Centrale Rischi? Sfoglia la nostra sezione dedicata per scoprire tutto quello che c’è da sapere: Centrale Rischi | Il blog di ADifesa
Dentro questi archivi vengono conservati informazioni importanti che, nella quasi totalità dei casi, rischiano di compromettere i risparmiatori. Non a caso, una segnalazione in Centrale Rischi può risultare in un prestito negato.
Un prestito personale rifiutato compromette la tua reputazione creditizia
La parte più preoccupante è che lo stesso prestito rifiutato può diventare un problema.
In altre parole, quando la banca ti rifiuta un prestito invia alle Centrali Rischi una segnalazione sul tuo conto che ti creerà problemi in futuro, impedendoti di ricevere altra liquidità.
Un prestito rifiutato si trasforma quindi in un’onta, una macchia indelebile sulla tua reputazione creditizia.
E dunque, come risolvere? Come riuscire a ottenere un prestito senza incorrere in questa situazione sgradevolissima? Bene, le soluzioni a tua disposizione sono due.
1. Chiedi a un consulente se il tuo reddito è sufficiente
Ergo, non chiedere subito un prestito se non sei sicuro della tua situazione redditizia. Un consulente può aiutarti in questa fase, proponendoti una soluzione su misura che tiene conto della tua stabilità economica. Per esempio un piano di ammortamento più corto o una rata più flessibile, a fronte di un prestito forse inferiore a quello che speravi ma comunque utile e gestibile.
2. Accertati che la segnalazione in Centrale Rischi sia legittima
Ci sono casi in cui la segnalazione sul tuo conto inviata in Centrale Rischi non è del tutto legittima. Certo, lo stesso influisce sulla tua reputazione. Una banca che viene a sapere che sei stato segnalato non ti concederà il prestito che ti serve, anche quando la tua segnalazione contiene un errore o un illecito.
I motivi che rendono illegittima una segnalazione sono diversi, ma una cosa è sicura: una segnalazione illegittima si può cancellare.
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