Hai ricevuto un decreto ingiuntivo? Ecco cosa devi fare dopo

Cosa fare dopo il decreto ingiuntivo - Copertina ADifesa

Hai ricevuto un decreto ingiuntivo? Ecco cosa devi fare dopo

Cosa succede dopo il decreto ingiuntivo? E, soprattutto, cosa devi fare? Leggi i nostri consigli.

Cosa fare dopo il decreto ingiuntivo - Copertina ADifesa

Chiunque abbia ricevuto un decreto ingiuntivo, conosce quella sensazione: lo stato di ansia che arriva subito dopo aver letto la notifica, la paura di non riuscire a uscirne.

Certo, è chiaro che se ti è arrivato un decreto ingiuntivo, forse un po’ te l’aspettavi. Questo genere di provvedimenti non viene mandato a caso: è evidente che hai un debito rimasto irrisolto, e purtroppo ai debiti non si sfugge mai.

Ma andiamo con ordine. Anzi, fermati un attimo.

Perché, prima di prendere qualsiasi decisione, c’è una cosa fondamentale da sapere: il decreto ingiuntivo non è una condanna definitiva. In altre parole, non significa che tu non abbia diritti, né che sia tutto perduto.

In questo articolo, ti spiegheremo – passo dopo passo – cosa devi fare se hai ricevuto un decreto ingiuntivo. Cioè come devi comportarti dopo la notifica.

Quindi prenditi qualche minuto, e leggi con attenzione: una via d’uscita esiste, e siamo qui per aiutarti a trovarla.

Cosa significa ricevere un decreto ingiuntivo?

Il decreto ingiuntivo, ma sicuramente già lo sai, è un provvedimento del giudice che ti richiede di saldare un debito entro un certo periodo di tempo.

Dunque sì, non è una semplice notifica perché porta con sé degli effetti giuridici: se non fai quello che il giudice ti ha ordinato entro la scadenza stabilita, il provvedimento diventa esecutivo – per sfociare, infine, in un pignoramento dei beni.

Se hai ricevuto un decreto ingiuntivo, vuol dire che:

  • c’è un creditore (es. la banca) con una prova scritta del debito che tu hai nei suoi confronti
  • un giudice ti ha ordinato di pagarlo, a prescindere dalle tue capacità economiche di quel momento
  • hai 40 giorni di tempo per opporti a questa decisione

Dunque, la notifica di un decreto ingiuntivo non equivale a un pignoramento immediato – come temono in molti. Anche perché non è detto che il creditore abbia diritto a chiederti quella cifra.

Su quest’ultimo punto torneremo più avanti. Al momento, tieni a mente questo: un giudice ti ha ordinato di pagare; spetta a te decidere come rispondere.

Allora, è una condanna definitiva?

A questo punto la risposta è chiara: no! Lo diventa, definitiva, se decidi di non fare nulla. Il che succede spesso purtroppo, perché chi riceve un decreto ingiuntivo si fa spesso annebbiare dalla preoccupazione.

Quello che deve esserti chiaro è che hai 40 giorni di tempo per rispondere al decreto ingiuntivo. Se non rispondi, il decreto diventa effettivo e il creditore potrà procedere al recupero forzato del debito – cioè al pignoramento dei tuoi beni.

Ma se scegli di agire, puoi contestare il provvedimento e persino dimostrare che il debito non è dovuto, o che le condizioni richieste sono irregolari. Alla fine dell’articolo ti spiegheremo come fare.

Le conseguenze di un decreto ingiuntivo: Notifica del decreto ingiuntivo Opposizione al decreto Dichiarazione di esecutività Notifica dell'atto di precetto Pignoramento immobiliare Trascrizione del pignoramento Vendita forzata dell'immobile Assegnazione del ricavato Estinzione del debito o saldo residuo Liberazione dell’immobile

Le conseguenze economiche

Dal punto di vista economico, il decreto ingiuntivo può trasformarsi in una vera e propria batosta se non agisci per tempo. Quando il creditore decide di procedere, il Tribunale può autorizzare il pignoramento dei tuoi beni o delle tue entrate. Ad esempio:

  • Se sceglie il pignoramento dello stipendio, una parte della tua busta paga può essere trattenuta ogni mese per rimborsare il debito.
  • Se opta per il blocco dei tuoi conti bancari, non avrai più accesso ai tuoi risparmi e dunque non potrai più usare i tuoi soldi come meglio credi.
  • Se invece sceglie di pignoramento dei i tuoi beni, la tua casa o la tua auto di valore verranno messi all’asta per soddisfare il debito con i soldi della vendita.

Immagina di vedere sparire una parte dello stipendio ogni mese o di svegliarti una mattina con il conto corrente bloccato. È una situazione che può mettere chiunque in ginocchio, soprattutto se già fai fatica a arrivare a fine mese.

Le conseguenze legali (anche penali)

Sul piano legale, le conseguenze di un decreto ingiuntivo possono essere altrettanto pesanti. Anche se il decreto ingiuntivo in sé non è un procedimento penale (nel senso che non ti porta automaticamente in carcere), ignorarlo può complicare di molto la tua posizione. Per esempio:

  • Il creditore potrebbe aprire nuovi procedimenti in Tribunale per ottenere il pagamento, il che aumenterebbe ulteriormente i costi legali a tuo carico.
  • Se il debito è legato a un finanziamento o a un prestito, potresti essere segnalato alle centrali rischi (es. CRIF) rendendo difficile ottenere credito in futuro.
  • In certi casi, se la tua insolvenza è fraudolenta potresti rischiare una multa di 516 euro e la reclusione fino a due anni.

In sintesi, il decreto ingiuntivo non è una questione da prendere alla leggera. Anzi, agire subito è fondamentale: ti aiuta a limitare i danni e a uscire da questa brutta soluzione.

Primi passi da seguire subito

Cosa succede dopo il decreto ingiuntivo? E, soprattutto, come devi comportarti? La prima cosa da fare è mantenere la calma.

E no, non è uno scherzo. Una mente lucida risponde meglio alle situazioni di crisi. È vero, hai davanti un provvedimento importante. Ma ora tocca capire come uscirne.

Ecco allora i passaggi da seguire:

  • Controlla il tuo conteggio estintivo (o un documento analogo) per capire se l’importo indicato nel decreto corrisponde al tuo debito residuo.
  • Individua eventuali interessi anatocistici, per esempio tramite software; una prova del genere annullerebbe il decreto ingiuntivo.
  • Contatta un’associazione consumatori, come ADifesa che da anni aiuta debitori in difficoltà a liberarsi dalla morsa di banche o agenzie di credito.
  • Segna la scadenza nel calendario, perché (lo ripetiamo!) hai soltanto 40 giorni per agire, e non puoi perdere tempo per nessuna ragione; quella data va rispettata.

È importante però che tu non lasci perdere. Nella nostra esperienza di associazione consumatori abbiamo incontrato tante persone che, per paura o per altri motivi, hanno preferito ignorare il decreto ingiuntivo. In altre parole, di non pagarlo.

Ecco, questa è la pratica più scorretta a cui si possa pensare.
E ora ti spieghiamo perché.

Cosa succede se ignori il decreto?

Ovvero, cosa succede se non paghi dopo il decreto ingiuntivo? Bene, se decidi di non fare nulla, le conseguenze arriveranno – e saranno inevitabili.

Perché alla scadenza dei 40 giorni il decreto ingiuntivo diventa esecutivo, che tu lo voglia o no. E questo significa che il creditore potrà passare alla fase successiva: il pignoramento. Pignoramento che può riguardare diverse cose:

  • il conto corrente, cioè i tuoi risparmi
  • un quinto del tuo stipendio (o pensione)
  • i tuoi beni immobili, es. la casa

Ignorare il decreto equivale a lasciare al creditore carta bianca, e può avere risvolti drammatici: pensa cosa potrebbe accadere se dovessero bloccarti i soldi in banca.

Dunque no, meglio agire nell’immediato e valutare le opzioni che hai disposizione. Che sono, poi, principalmente due.

Le tue opzioni: pagare o opporsi

Una volta ricevuto il decreto ingiuntivo, davanti a te trovi un bivio: pagare il debito oppure opporsi. Entrambe le strade sono percorribili, ovvio. Ma devi decidere con consapevolezza.

Pagare il debito…

Se decidi di pagare, è fondamentale farlo entro i 40 giorni previsti dal decreto. Non prendiamoci in giro: questa è la scelta più facile e rapida per chiudere il capitolo.

Il punto è che l’importo richiesto con il decreto ingiuntivo non è sempre corretto. Quindi se vuoi pagare, paga; ma assicurati di verificare che la banca non ti stia chiedendo soldi in più.

Non è poi una situazione tanto rara. Spesso nei conteggi si nascondono errori o interessi non dovuti che potresti contestare. Per questo ti consigliamo di fare così, prima di pagare:

  • Controlla l’importo con un esperto (es. con i consulenti di un’associazione consumatori)
  • Assicurati che il debito non includa interessi anatocistici o altri costi extra nascosti.

Pagare senza verificare potrebbe portarti a sborsare più del necessario – e non è certo l’ideale, se hai già difficoltà con i debiti.

Non pagare il debito

Se dopo il decreto ingiuntivo non vuoi pagare, la strada migliore e senza ripercussioni è l’opposizione al decreto ingiuntivo. Ma come funziona?

In sostanza, devi presentare – tu, ma tramite un’assistente legale – un atto di citazione in Tribunale. Nell’atto di citazione andranno spiegati i motivi di opposizione al decreto (es. importo errato, clausole vessatorie, anatocismo e così via).

L’opposizione dà il via al giudizio di cognizione ordinaria, cioè quella fase in cui il giudice esamina le prove e le argomentazioni di entrambe le parti. A quel punto, il decreto ingiuntivo viene sospeso fino a quando non viene fissata l’udienza per valutare le prove e, eventualmente, annullare il decreto.

Cosa che accade di frequente, per lo meno nelle opposizioni al decreto ingiuntivo che seguiamo noi di ADifesa. Per assicurarsi un esito positivo, infatti, serve una giusta strategia.

Opponiti al decreto ingiuntivo con ADifesa

L’associazione ADifesa ha una lunga esperienza nei ricorsi contro le banche. La nostra è infatti un’associazione consumatori specializzata, che sa bene come muoversi in caso di decreto ingiuntivo.

Più di questo, sappiamo cosa cercare e capiamo in poco tempo se conviene procedere a un ricorso. Per questo offriamo una prima consulenza totalmente gratuita: se ti rivolgi a noi, saprai subito se è il caso di opporti al decreto ingiuntivo.

E cosa succede dopo? Semplice. Avviamo il ricorso in Tribunale, e portiamo avanti la tua battaglia. A un costo di gran lunga inferiore rispetto a quello di uno studio legale. Del resto, la nostra è un’associazione, e infatti offriamo questo servizio solo ai nostri associati.

Ma puoi associarti anche tu, costa solo 20 euro all’anno.
E, prima di decidere, puoi ricevere comunque la consulenza gratuita. Anche se non sei iscritto.

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