Calcolo interessi moratori e rischio di usura bancaria

Un calcolo degli interessi moratori sbagliato può sfociare nell’usura bancaria. Con ADifesa scopri come tutelarti.

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Un leggero ritardo sulla rata, e subito la banca ti presenta il conto.  Quei cari interessi moratori si infilano nel tuo piano di rimborso e lo fanno lievitare senza che tu possa farci niente.

Eppure, capire come funziona il calcolo degli interessi moratori di un prestito serve. Perché, purtroppo, non viviamo nel mondo delle favole; così spesso le banche si approfittano di norme giuste (come quella sugli interessi di mora) per trarne il maggior profitto possibile.

In questo articolo scoprirai due cose, entrambi essenziali:

  • come si fa il calcolo degli interessi moratori
  • quando gli interessi di mora diventano usurari

Avrai così uno strumento, una guida, per capire come difenderti dalle banche scorrette. E a chi rivolgerti per avere giustizia.

Cosa sono gli interessi moratori, e a cosa servono?

Gli interessi moratori sono una forma di risarcimento che sei obbligato a pagare quando restituisci in ritardo il tuo debito.

Immagina di aver prestato dei soldi a un amico. Se il tuo amico ti restituisce i soldi in tempo, sei felice. Ma se il tuo amico ritarda il pagamento, è giusto che ti paghi qualcosa in più per il tempo che hai dovuto aspettare.

Ecco, gli interessi moratori sono proprio questo: un risarcimento che il debitore (chi deve pagare) deve al creditore (chi ha prestato i soldi) per il ritardo nel pagamento.

Possiamo definirli una sorta di multa? Sì, perché servono a sanzionare un comportamento scorretto, mentre si cerca – allo stesso tempo – di prevenirlo.

In Italia, i riferimenti normativi per il calcolo degli interessi moratori sono diversi. Il primo è senza dubbio l’art. 1224 del Codice Civile. Il Codice Civile, infatti, in questo articolo tutela il creditore spiegando che: «Nelle obbligazioni che hanno per oggetto una somma di danaro, sono dovuti dal giorno della mora [dal giorno del ritardo, N.d.R] gli interessi legali». Più in là, in questo articolo, spiegheremo meglio il significato di «interessi legali».

Un altro riferimento importante è poi il decreto legislativo n. 231 del 2002. Il decreto si concentra sui ritardi nei pagamenti delle transazioni commerciali, e stabilisce che – nei contratti tra le imprese – l’applicazione degli interessi di mora sia automatica, e calcolata sul tasso di riferimento BCE maggiorato di 8 punti percentuali.

Per quanto riguarda i prestiti, invece, bisogna guardare al Testo Unico Bancario – una legge che chiarisce obblighi e diritti degli istituti di credito. L’art. 117 comma 4 del T.U.B., per esempio, stabilisce che gli interessi di mora DEVONO essere indicati nel contratto, per ragioni di trasparenza. Inoltre, il decreto 3 agosto 2016 del MEF precisa che, per il calcolo degli interessi di mora nei contratti bancari, si fa riferimento al Codice Civile. Questo significa che, in caso di ritardo nel pagamento di una rata, si applicano (extra) gli interessi legali.

Quando si calcolano gli interessi moratori?

Il calcolo degli interessi moratori riguarda i contratti di prestito, ma non solo. Di fatto, si applicano gli interessi di mora tutte le volte in cui viene riscontrato un ritardo nel pagamento. Gli ambiti di applicazione, quindi, sono diversi:

  • fatture commerciali
  • rate del mutuo
  • pagamenti di bollette
  • tasse e imposte

Anche i prestiti personali (quindi le cessioni del quinto, le carte revolving etc.) rientrano in questa casisitica. È chiaro, e lo abbiamo già detto sopra: gli interessi moratori applicati possono cambiare a seconda del tipo di rapporto tra le parti, e quindi della legge di riferimento.

esempio 1) 👉 se sei un’azienda e paghi in ritardo un tuo fornitore, gli interessi di mora saranno pari al tasso BCE con l’aggiunta di otto punti percentuale.

esempio 2) 👉 se sei un cliente di banca e paghi in ritardo la rata del mutuo, gli interessi di mora saranno pari al tasso di interesse legale valido per quel periodo.

La differenza tra interessi legali e moratori

Qual è la differenza tra interessi legali e interessi moratori? La questione può essere complessa. Per spiegartelo, dobbiamo prima definire cos’è l’interesse legale. Una domanda che può avere due risposte diverse.

prima risposta 👉 gli interessi legali sono il frutto di un capitale dato in prestito.

L’art. 1282 del Codice Civile dice che «i crediti liquidi e esigibili», quindi i soldi dati in prestito, «producono interessi di pieno diritto». Se ti prestano dei soldi, devi pagare degli interessi passivi per averli accettati e utilizzati. È un meccanismo che funziona anche al contrario: se presti dei soldi (per esempio alla banca, mettendoli in un conto deposito) hai diritto a una remunerazione, cioè a un rendimento periodico.

In questo caso, interessi legali e interessi moratori sono diversi per finalità: gli interessi legali ripagano il creditore per il suo servizio, gli interessi moratori lo risarciscono per il ritardo.

seconda risposta 👉 gli interessi legali sono il minimo di interessi dovuto per legge, secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Si parla in questo caso di tasso di interesse legale o saggio degli interessi. Questi interessi legali vengono applicati quando non c’è un contratto tra le parti che fissa un tasso di interesse preciso, oppure in certe situazioni precise come il risarcimento danni o il ricalcolo degli interessi di un prestito irregolare.

Tra questi, quindi, anche il ritardo nel rimborso di un prestito con conseguente applicazione di un interesse di mora.

In questo caso, tra interessi legali e interessi moratori non c’è alcuna differenza: gli interessi di mora avranno lo stesso valore del saggio degli interessi.

Da quando decorrono gli interessi moratori?

In generale, gli interessi moratori decorrono dal giorno successivo alla scadenza del termine per il pagamento. Ci sono però delle eccezioni da considerare. Quali?

  • se il contratto stabilisce un termine diverso per l’applicazione degli interessi di mora (es. non il giorno successivo alla scadenza, ma quindici giorni dopo)
  • nei rapporti tra imprese e fornitori, gli interessi di mora decorrono automaticamente dal 30° giorno successivo alla data di ricevimento della fattura o di una richiesta di pagamento equivalente
  • se il creditore invia al debitore una costituzione in mora, gli interessi di mora decorrono dalla data di ricezione della costituzione in mora

Come si calcolano gli interessi moratori?

Qui è dove ti spieghiamo il calcolo degli interessi moratori passo dopo passo. Attenzione! Parleremo in particolare di interessi moratori applicati a un prestito restituito in ritardo. Quindi utilizzeremo come tasso di riferimento il saggio degli interessi, così come previsto dal Codice Civile e dal MEF.

Non ti preoccupare se la matematica non è il tuo forte.
Ricorreremo a un esempio facile con cifre tonde.

Immagina di avere un prestito di 10mila euro da rimborsare in dieci rate mensili di mille euro ciascuna (1.000,00 €). La scadenza della prima rata è fissata per il 30 giugno, ma fai il pagamento Se con 10 giorni di ritardo, cioè il 10 luglio. A quel punto dovrai pagare degli interessi moratori. Come li calcoli?

 

👉 Prendi l’importo della rata (1.000,00 €).
👉 Moltiplicalo per il tasso di interesse moratorio, cioè il tasso legale valido per quest’anno (attualmente è il 2,5%).
👉 Moltiplica di nuovo per il numero dei giorni di ritardo.
👉 Infine, dividi per il numero dei giorni di un anno (366 nel 2024).

(1.000 * 2,5 * 10) / 365 = 6,85 €

 

Gli interessi moratori saranno pari a 6,85 €.

Quando gli interessi di mora sono usurari?

Sui tassi di interesse usurari applicati ai prestiti c’è molta attenzione, in Italia. In linea generale sappiamo che tutti gli interessi che superano il tasso soglia usura sono, ovviamente, interessi usurari. Gli interessi moratori rientrano tra questi.

Sull’usura bancaria dovuta agli interessi di mora si è espressa, più volte, la Corte di Cassazione. Di fatto, se la somma tra interessi moratori e interessi corrispettivi (cioè quelli legali, di diritto) supera il tasso soglia, il cliente ha diritto di:

  • chiedere l’annullamento della clausola sulla mora
  • ricevere il rimborso degli interessi in eccesso

In altre parole, hai diritto a NON pagare gli interessi di mora se questi superano il tasso soglia sfociando in interessi usurari.

È chiaro che, per arrivare a questo risultato, bisogna avviare un ricorso giudiziale o stragiudiziale. Vale dire: devi ricorrere a un giudice o un organismo indipendente come l’Arbitro Bancario Finanziario.

Ricorda però la scelta di avviare un contenzioso bancario è vantaggiosa, soprattutto in questo caso. Perché non solo avrai giustizia (e la meriti!) ma potrai contare anche su un rimborso in denaro da non sottovalutare.

Recupera gli interessi pagati in eccesso con ADifesa!

Il calcolo degli interessi moratori ti risulta troppo alto? Forse è meglio che contatti ADifesa. L’Associazione ADifesa (cioè noi!) si occupa a tempo pieno di tutelare i diritti dei consumatori maltrattati dalle banche.

Abbiamo un’esperienza quasi decennale (ADifesa è nata nel 2017!), e una lista lunghissima di casi di successo che ci riempiono ogni giorno di orgoglio.

Leggi bene queste parole: se gli interessi che paghi sono troppi, stai subendo un’ingiustizia. E risolverla è facile, se ti affidi a professionisti seri che hanno a cuore i tuoi interessi.

Pensa che con ADifesa non paghi nemmeno una parcella! Il costo del servizio di recupero interessi è calcolato in percentuale al rimborso, e va versato solo DOPO aver ottenuto i soldi dalla banca.

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