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Art. 117 TUB, così ti proteggi dai prestiti poco chiari

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Art. 117 TUB, così ti proteggi dai prestiti poco chiari

L’art. 117 TUB dice tutto quello che serve sulla trasparenza bancaria. Ecco cosa devi sapere per non farti fregare.

Quando firmi un contratto bancario (es. di prestito, di mutuo, di gestione patrimoniale, etc.) tutto deve esserti chiaro. Tutto, ovvero ogni singola condizione o clausola, perché è di soldi che si parla, dei tuoi soldi. E non puoi permetterti alcuna leggerezza.

Certo, a meno che tu non sia esperto di linguaggi legali o burocratici, è difficile che tu possa avere la certezza assoluta che tutto sia trasparente e chiaro. La legge (e in particolare, il Testo Unico Bancario) si schiera, ovviamente, dalla parte dei cittadini. Ma servono occhi vigili per essere sicuri che venga rispettata.

In questo articolo vogliamo parlarti dell’art. 117 del Testo Unico Bancario. Un articolo che si esprime proprio sulla trasparenza bancaria, considerato uno dei principali diritti del consumatore e cliente di banca. Scopri cosa devi aspettarti dalla tua banca e dal contratto che ti chiedono di firmare.

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Cosa dice lʼart. 117 TUB sui contratti?

L’art. 117 del TUB, o Testo Unico Bancario, stabilisce – in linea generale – che i contratti bancari devono essere redatti per iscritto in modo chiaro e comprensibile, quindi con un linguaggio semplice e non ingannevole. Si tratta di un diritto che permette al cliente della banca (quindi anche a te che stai leggendo) di capire esattamente quali sono i diritti e gli obblighi che gli spettano, quali sono i costi e le spese a cui va incontro, qual è il tasso di interesse sul prestito e con che modalità vengono calcolate le rate.

In sintesi, l’art. 117 del TUB vuole che il cliente sappia con certezza:

  • quanto pagherà ogni mese
  • come vengono calcolati gli oneri finanziari
  • se ci sono penali da considerare
  • in che modo può pagare le rate
  • con quanta libertà può gestire il rimborso

Insomma, parliamo di un articolo di legge che si concentra sulla trasparenza bancaria, un aspetto del rapporto tra banche e cittadini che spesso gli istituti di credito trascurano (ovviamente a loro vantaggio.

Qui puoi leggere per intero il testo dell’art. 117 TUB.
Vediamo nel dettaglio il significato di ogni comma.

Comma 1, 2 e 3

I primi tre commi dell’articolo si concentrano sulla forma del contratto. In particolare, l’art. 117 TUB chiede che il contratto sia redatto in forma scritta (a prescindere dal formato, cartaceo o digitale) e che soltanto il CICR, o Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, può prevedere eccezioni a questa regola.

Un contratto scritto ti permette di poter consultare (e contestare, se il caso) eventuali termini e condizioni. In altre parole, avere tutto nero su bianco ti aiuta a evitare malintesi e ti offre anche un riferimento preciso in caso di dubbi o controversie.

Per questo, in caso di assenza di una forma scritta del contratto, l’accordo con la banca è per legge nullo (comma 3).

Che cosʼè il CICR, o Comitato interministeriale per il credito e il risparmio?

Il CICR, o Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, è un organismo indicato nel Testo Unico Bancario (all’art. 2) come alto vigilante in materia di credito e tutela del risparmio. Dunque il CICR sovrintende al corretto funzionamento del sistema bancario, e quindi emana norme e provvedimenti per garantire la stabilità e la trasparenza dei mercati finanziari.

Nel caso dell’art. 117 TUB, è stato compito del CICR emanare le delibere che attuano la disciplina sulla trasparenza bancaria, così come contenuta proprio nell’art. 117 TUB, obbligando le banche a fornire ai clienti informazioni chiare e complete sui prodotti e servizi offerti.

Soltanto il CICR può decidere se, per precise ragioni tecniche, un contratto di banca può essere stipulato in una forma diversa da quella scritta. Senza questa disposizione, tutti i contratti bancari devono attenersi a quanto stabilisce l’art. 117 TUB.

Comma 4 e 6

L’art. 117 TUB stabilisce che il contratto bancario deve contenere precise indicazioni su tassi di interesse, su ogni voce di spesa e sull’eventuale applicazione di interessi di mora. In altre parole, ci deve essere la massima chiarezza sui costi: il consumatore deve sapere con esattezza quanto pagherà e sotto quali condizioni.

Inoltre, la determinazione del tasso di interesse sul contratto non deve rimandare alle pratiche comuni del settore finanziario per stabilire il costo del prestito. Ovvero: la banca non può limitarsi dire che seguirà l’uso comune degli istituti di credito per fissare il costo di un servizio o il valore degli interessi passivi. Al contrario, tutto deve essere scritto in maniera esplicita sul contratto.

Non solo: la banca deve essere trasparente sui costi anche nelle pubblicità. O meglio, se una clausola del contratto prevede tassi di interesse, prezzi o altre condizioni più svantaggiose rispetto a quanto mostrato in pubblicità, quella clausola è nulla.

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Comma 7

Il comma 7 dell’art. 117 TUB definisce le conseguenze che la banca rischia se non osserva il comma 4 e 6 (cioè i punti citati sopra). Nello specifico, sono due le conseguenze da considerare:

1. Se sul contratto bancario NON vengono indicati in maniera esplicita i tassi di interesse, allora si applicano il tasso nominale minimo (per gli interessi attivi) e il tasso nominale massimo (per gli interessi passivi) dei Buoni Ordinari del Tesoro, o BOT, o di altri titoli simili che sono stati emessi nei dodici mesi precedenti. Si applica, in altre parole, il ricalcolo al tasso BOT degli oneri finanziari.

2. Se invece c’è poca trasparenza sugli altri costi (del prestito o, più in generale, del prodotto bancario), allora si applicano i prezzi pubblicizzati per operazioni e servizi nel periodo in cui è stato sottoscritto il contratto. Nel caso in cui non si riuscisse a trovare pubblicità disponibili, il cliente non sarà tenuto a pagare nulla.

In sintesi, il comma 7 stabilisce in che modo dovranno essere ricalcolati i costi del contratto una volta che viene accertata una trasgressione dell’art. 117 TUB.

Il ricalcolo del tasso ex art. 117 TUB

Proviamo a spiegare con un esempio in cosa consiste il ricalcolo del tasso ex art. 117 TUB.

Supponiamo che tu abbia sottoscritto (nel 2023) un prestito personale di 10mila euro, da restituire in 60 rate mensili con un TAN del 8%. Il contratto però non si esprime con chiarezza sul valore tasso di interesse.

A quel punto, per applicazione del comma 7 dell’art. 117 TUB, il tasso di interesse verrà ricalcolato sul tasso nominale minimo registrato sui BOT nei 12 mesi precedenti. In questo caso, il 2,99% di Gennaio 2023.

Gli oneri finanziari del tuo prestito personale diminuiranno drasticamente a seguito di questo ricalcolo, consentendoti un risparmio significativo sui costi del prestito.

Come riconoscere un prestito che viola lʼart. 117 TUB?

Riconoscere un contratto di prestito che viola l’art. 117 del Testo Unico Bancario non è semplice. Ci sono però dei campanelli di allarme che potresti considerare. Per esempio:

  • linguaggio troppo tecnico
  • assenza di informazioni essenziali
  • nessuna copia del contratto
  • rata più alta del previsto
  • e così via.

Se hai anche soltanto un piccolo dubbio sulla trasparenza del tuo contratto bancario, è bene chiedere la consulenza di esperti (es. un’associazione consumatori specializzata).

Anche perché, in questo caso, portare avanti un contenzioso bancario conviene e come. Spesso non c’è nemmeno bisogno di andare in tribunale: tutto si risolve in via stragiudiziale, ricorrendo all’Arbitro Bancario Finanziario o al Giudice di Pace.

La soluzione di ADifesa contro i prestiti poco trasparenti

Hai dubbi sulla trasparenza del tuo prestito? Non temere: l’Associazione ADifesa può offrirti un supporto legale completo, a basso costo, fino a quando non avrai ottenuto giustizia. Ecco in che modo possiamo aiutarti:

  • verifica della regolarità dei finanziamenti
  • richiesta di rimborso degli interessi pagati in eccesso
  • annullamento clausole vessatorie nei contratti
  • ricalcolo al tasso BOT degli interessi illeciti

Se scegli di rivolgerti a ADifesa, i nostri consulenti ti diranno – già dopo qualche giorno – se il tuo prestito è conforme alle leggi vigenti e se ci sono irregolarità che possono dar diritto a un rimborso. Se il prestito è irregolare, ti aiuteremo quindi a recuperare gli interessi pagati in eccesso, seguendoti passo dopo passo – dalla perizia sui documenti fino al ricorso stragiudiziale.

Se vuoi saperne di più, lasciaci un messaggio qui sotto.
I nostri consulenti ti ricontatteranno in meno di 48 ore.

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