
La sofferenza bancaria è la condizione peggiore per un debitore. Temi di essere a rischio sofferenza? Questa guida ADifesa è pensata per te.

Affrontare la sofferenza bancaria è pesante.
Parliamo infatti di uno stato finanziario critico – di gran lunga più grave di una segnalazione come cattivo pagatore.
Non tutti i cattivi pagatori ci arrivano, né tantomeno basta un credit score basso per essere dichiarati “in sofferenza”. Ma se sei stato segnalato, il passaggio potrebbe essere più vicino di quanto pensi.
La sofferenza bancaria è però una condizione complessa, e sono diversi i fattori che portano a quel livello (quasi) irreversibile di indebitamento.
Noi di ADifesa sappiamo quanto sia difficile da evitare, in certi casi. Sappiamo anche che il rischio di una sofferenza bancaria può fare molta paura. In questo articolo, perciò, cercheremo di darti la chiarezza che serve per gestire la situazione senza ansie.
Prendi appunti, se puoi!
Cosa si intende per sofferenza bancaria?
La sofferenza bancaria è la posizione più grave che un debitore possa assumere. E funziona secondo un meccanismo alquanto semplice:
👉 Ogni volta che ti rivolgi alla banca, la banca inizia a monitorare il tuo comportamento. Chiederà perciò informazioni sul tuo conto ai sistemi di informazione creditizia (Centrale dei Rischi di Banca d’Italia, CRIF, etc.).
👉 Se risulta che hai pagato con regolarità, ottieni favori e tassi più bassi. Questo accade perché una buona affidabilità creditizia porta sempre vantaggi: la banca sa che di te può fidarsi, e ti gratifica per tenerti stretto.
👉 Se invece hai saltato delle rate, passi da debitore affidabile a cattivo pagatore. Le banche non possono permettersi di concedere prestiti a chi non rispetta gli accordi, anche se hai delle buone ragioni per non farlo (es. sei stato licenziato, hai subìto perdite da investimento, etc.)
👉 Quando i mancati pagamenti si fanno più gravi (trasformandosi in crediti bancari insoluti o situazioni di incaglio), entri nello stato di sofferenza. Questo significa che, per le banche, non sei più in grado di pagare il tuo debito.
Chiariamo: la segnalazione per sofferenza bancaria non scaturisce da uno o più mancati pagamenti. Al contrario, riguarda la tua situazione reddituale complessiva. In altre parole, devi essere davvero in gravi difficoltà economiche perché venga confermata. Parliamo però di casi che vanno accertati con una perizia approfondita – uno dei tanti presupposti che rendono legittima la segnalazione.
È per questo che non tutte le segnalazioni per sofferenza sono lecite. Ma per capirci meglio, continua a leggere.
Quando si va in sofferenza bancaria?
Requisiti e presupposti
Per andare in sofferenza bancaria (dopo una segnalazione legittima) devono esserci particolari presupposti. Ci sono delle regole precise. Infatti, la segnalazione deve:
-
- essere preceduta da un avviso via raccomandata
- partire sempre dal mancato pagamento delle rate
- indicare l’impossibilità di risolvere un debito
- fondarsi su una situazione economica grave
Ciò vuol dire che, se almeno uno di questi requisiti non viene rispettato, la segnalazione non può esistere. Se esiste, si tratta di una segnalazione per sofferenza illegittima.
Per poter parlare di una condizione grave e instabile è necessario avviare un’indagine specifica sul debitore. Un’indagine (o perizia) che analizza la situazione lavorativa, il suo reddito, il reddito di chi ha fatto da garante, e che faccia anche una previsione negativa sul futuro.
Questo significa che la situazione di instabilità non può essere temporanea ma permanente. Irrisolvibile anche nel lungo periodo. Se la banca non riesce a dimostrarlo, non puoi andare in sofferenza.
Succede di frequente. Negli ultimi anni, gli istituti bancari si sono rivelati particolarmente leggeri nella fase di invio delle segnalazioni – dimenticando di rispettare uno o l’altro punto. Con conseguenze gravi per chi si ritrova segnalato ingiustamente.
Sofferenza bancaria, quanto tempo dura?
Lo stato di sofferenza bancaria dura finché il debito non è saldato – indipendentemente dalla tua situazione finanziaria.
Va detto però che estinguere il debito NON migliora immediatamente la reputazione creditizia. La segnalazione di sofferenza bancaria rimane nelle banche dati delle centrali rischi per 36 mesi, così come ha stabilito dal Garante della Privacy. La segnalazione come cattivo pagatore segue regole simili, seppure con tempistiche diverse.
Le banche, infatti, devono sempre monitorare chi ha ottenuto un prestito – così da aggirare il rischio di credito. Per farla breve: ripagare la banca non servirà alla tua riabilitazione creditizia. Cancellare la segnalazione, invece, sì.
Come fare per uscire da una sofferenza bancaria?
Uscire da una sofferenza bancaria non è semplice, purtroppo.
Lo stato di sofferenza si risolve pagando i tuoi debiti con la banca. Cosa non sempre possibile, specie hai davvero problemi economici.
Come fare, allora? Una strada possibile è il saldo e stralcio. Tramite una proposta di saldo e stralcio, puoi infatti ottenere una riduzione parziale del debito, il che offre un grande aiuto se sei in difficoltà.
L’Associazione ADifesa può lavorare insieme a te a una proposta di saldo e stralcio efficace, in grado di garantirti una riduzione del debito fino al 40%. Puoi saperne di più, cliccando qui.
E se la segnalazione per sofferenza è illegittima?
Sono molti i debitori italiani che scoprono di essere vittime di segnalazioni illegittime. Succede soprattutto con le segnalazioni come cattivo pagatore, lo step precedente alla sofferenza bancaria.
C’è solo un modo per proteggersi: chiedere una perizia.
In altre parole, devi far analizzare la segnalazione a un esperto di diritto bancario capace di trovare l’errore.
Se hai ricevuto una segnalazione, una perizia approfondita può ribaltare la tua situazione. In caso di irregolarità, infatti, hai diritto alla cancellazione immediata della segnalazione.
ADifesa può seguirti in questo percorso. La nostra esperienza, confermata dalla lista di Casi Reali e dalle testimonianze pubblicate su TrustPilot, lo dimostra.
E se la segnalazione per sofferenza è illegittima?
Sono molti i debitori italiani che scoprono di essere vittime di segnalazioni illegittime. Succede soprattutto con le segnalazioni come cattivo pagatore, lo step precedente alla sofferenza bancaria.
C’è solo un modo per proteggersi: chiedere una perizia.
In altre parole, devi far analizzare la segnalazione a un esperto di diritto bancario capace di trovare l’errore.
Se hai ricevuto una segnalazione, una perizia approfondita può ribaltare la tua situazione. In caso di irregolarità, infatti, hai diritto alla cancellazione immediata della segnalazione.
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